Raffaele Simone
Secondo un’opinione diffusa da secoli, l’Italia è un paese ricco di meraviglie (di arte, di paesaggio, di cultura e d’altro) e insieme il regno dell’inefficienza e dell’approssimazione.Nel corso del tempo quest’opinione ha assunto numerose forme: dall’idea che la nostra lingua fosse fatta per la musica e il corteggiamento, alla teoria dell’ esprit florentin (la cinica vocazione al tradimento e al trasformismo), alla reputazione di suggestiva «barbarie» che osservatori di tutti i tempi ci hanno attribuito. Quest’insieme di immagini continua a pesare: per esempio, nella difficoltà di trovare un solido credito internazionale e nello sfibrante pendolo tra progresso e regressione che caratterizza da sempre il paese.Con un linguaggio ironico e spregiudicato, e pescando in una fitta raccolta di fatti, opinioni, testi di epoche diverse, Il paese del pressappoco si chiede se quelle proprietà siano solo uno spiritoso stereotipo o abbiano radici profonde nella nostra mentalità. Confrontando il nostro con altri paesi prossimi e remoti, ricostruisce caparbiamente le origini storiche e culturali del «Mal d’Italia», ne descrive i molti sintomi e le metastasi e suggerisce che guarirne davvero non sarà affatto facile.
(la scheda è tratta da www.garzantilibri.it)