Forse potremmo scrivere, parafrasando un poeta: “Oh anno di portenti!”.
Di un anno eccezionale si è, infatti, trattato. La Galileo Ferraris per la prima volta nella sua lunga storia raccoglie, in sintesi, la maggior parte delle sue iniziative didattiche in un “numero unico” stampato in tremila copie (e distribuito gratis alle famiglie degli alunni e a molti milanesi della Zona 17).
Per la prima volta essa mette insieme singole attività di drammatizzazione, avviate dai docenti, e ne ricava non solo una grande unità didattica di educazione linguistica – che tocca i dialetti di quasi tutta la nostra penisola – ma addirittura uno spettacolo (presentato al pubblico di una zona di Milano, dove l’immigrazione stratificatasi negli anni consente a varie generazioni di riconoscere, nei frammenti presentati da docenti e alunni – canti, fiabe, proverbi, immagini – parti della propria memoria, individuale e di gruppo).
Per la prima volta, inoltre, essa organizza in proprio un viaggio d’istruzione in Campania, durato quattro giorni, in cui gli alunni di tutte le classi terze (accompagnati dai docenti coordinatori, dal Preside e dal Presidente del Consiglio d’istituto) hanno preso contatto con i resti della civiltà greca e romana (Paestum e Pompei), con i monumenti e gli stili succedutisi per secoli a Napoli, con la bellezza del paesaggio geografico e le incomparabili realtà di Pozzuoli e del monte Vesuvio.
L’eccezionalità di quest’anno è data anche dalla razionalizzazione del rapporto tra l’istituzione scolastica pubblica e la Fondazione privata Pro Juventute don Gnocchi, relativamente al servizio didattico offerto ad alunni portatori di gravissimi handicap, di Milano e dell’hinterland (i quali, dal prossimo anno, potranno forse finalmente usufruire di un’assistenza formativa garantita dall’approvazione ministeriale di un avanzato progetto di sperimentazione).
La “Galileo Ferraris” è una delle più antiche scuole di questa zona. E la comunità che vi opera (docenti, genitori impegnati, personale Ata) possiede le doti più antiche del “buon agire” umano: capacità, volontà di migliorare operando, apertura al nuovo, equilibrio. Per me la “Galileo Ferraris” ha costituito il primo incontro con l’affascinante, ma difficile professione del Dirigente scolastico.
Nella vita, per tutte le cose, c’è sempre una prima volta.
E sempre “la prima volta” lascia il segno più durevole nell’esperienza degli esseri umani. Ringrazio l’ intera comunità di questa scuola per avermi reso possibile “promuovere e coordinare” con serenità e in modo proficuo.
La vitalità dei risultati raggiunti non sarebbe stata possibile in una realtà diversa, meno ricca di “umanità”. Per il Consiglio circoscrizionale della Zona 17 la vitalità della “Ferraris” è un omaggio, un riconoscimento “politico” della comprensione e dell’interesse dimostrati nei confronti delle nostre iniziative didattiche e formative. Per il Consiglio scolastico distrettuale essa vuole invece essere un monito, quello di evitare, per il futuro, proditorie e inopportune sentenze di “morte annunciata”.
( “La Voce della Galileo Ferraris”, giugno 1990 )