Quando venne assassinato, sull’autobus della linea 15 in via Pisa a Genova, Antonio Esposito si recava al lavoro nel suo Ufficio di Commissario capo della P. S. di Nervi. Era stato, fin dal 1970, componente dell’Ufficio politico di Torino, distinguendosi – nell’Antiterrorismo creato dal Questore Santillo – come uno dei Dirigenti maggiormente capaci nell’analisi del fenomeno terroristico e nella ricerca dei misteriosi suoi gangli vitali.
Nel 1974 era stato chiamato a dirigere l’Antiterrorismo di Genova, dove pure si distinse per la modernità dei metodi di lotta all’eversione e dove determinò l’arresto di Giuliano Naria e la scoperta di importanti covi delle cellule brigatiste.
Non si è mai ufficialmente saputo perché, nei primi mesi del 1978, Esposito sia stato allontanato dal suo posto strategico all’SDS e mandato “come in pensione” in un Commissariato di polizia periferico.
Il libro “Antonio Esposito dalla cronaca alla storia” – fatto stampare dal Comune di Sarno in occasione di questo decimo anniversario – non lo dice, limitandosi a sollecitare intuizioni e collegamenti mediante una rassegna stampa che appare sì pregevole, ma che tuttavia manca di un fondamentale articolo-documento, apparso su «La Repubblica» alcune settimane prima di quel 21 giugno terribile.
In quell’articolo Antonio Esposito (intervistato senza che se ne rivelasse l’identità, poi chiarita da un successivo articolo pubblicato dal quotidiano dopo l’uccisione) appariva critico verso l’organizzazione dei Servizi di sicurezza dello Stato e ne sottolineava la carenza di uomini e mezzi: ricordando, ad esempio, che per l’elaborazione degli identikit dei terroristi (in anni in cui il terrorismo non dava tregua) c’era a disposizione delle forze di polizia un solo disegnatore, mandato su e giù per l’Italia come un commesso viaggiatore.
Cosa fu l’allontanamento di Esposito: un trasferimento-ombra nella quiete della periferia (dove egli potesse continuare a lavorare in segreto contro le BR), o un provvedimento di natura diversa? Il Comune ha onorato la memoria di Antonio Esposito con intelligenti manifestazioni ludiche e culturali, come usava nelle antiche comunità mediterranee. Rendiamo omaggio anche noi all’onesta vita di un amico più giovane, del quale ricordiamo la serietà degli studi e la razionale visione della vita e del mondo.
E onoriamo, per l’occasione, anche la memoria dell’agente di P. S. Eleno Aniello Viscardi, altro giovane sarnese assassinato sette anni fa dalle Brigate Rosse a Milano.
( InComune, giugno 1988 )