EducaCi-Teatro
presenta
IL VOLO DELL’ESSERE
Un poema fisico sull’Amore
15 dicembre 2018 – ore 19
Teatro: Scuola media Don Milani – San Valentino Torio
Attori:
Sonia D’Alessio, Vincenzo Cutolo, Antonio Bello, Giuseppe Cutolo, Francesco Pinto, Luigi Buonaiuto, Mariapia Ferreri, Elsa Bigliardo, Francesca Strianese, Sabrina Caruso, Claudia Milone, Gilda Buonaiuto,
L’Associazione EDUCACI di Milano, con il patrocinio del Comune di Sarno, presenterà giovedì 18 ottobre 2018 (con inizio alle ore 18.00) presso la Scuola media statale “Giovanni Amendola” di Sarno, il testo teatrale “IL VOLO DELL’ESSERE / Un poema fisico sull’Amore”, di Vincenzo Cutolo.
Dopo i saluti della preside Esposito, del sindaco Canfora e dell’assessore Salerno, gli attori del Gruppo EducaCi-Teatro rappresenteranno tre scene dello spettacolo ispirato al libro.
Seguiranno gli interventi del regista Franco G. Forte e del critico teatrale Franco Tozza.
IL LIBRO
Il testo è un “canzoniere”, un poema-omaggio dedicato alla Donna, al Femminino eterno, all’Oltre della Bellezza, simbolo del Bene.
Del sentimento d’amore il poema tenta di definire origine e natura (il mistero: per cui un’anima è presa, come rapita, da un essere “altro da sé”, oscuro), i magici sentieri (le gioie, le emozioni, malinconie, amarezze, sofferenze), i luoghi e la memoria (aria, acqua, terra e fuoco degli affetti, il comune sentire, le affinità di fronte alla natura, la meraviglia per l’opera dell’uomo), la sublime Bellezza.
Esso conferma la non eternità dei soggetti d’amore (collegata al finito, al “limite” che segna l’uomo nel mondo), ma svela che è in virtù dell’Amore se l’uomo riesce a vincere la lotta contro la Morte.
Declamato dall’Uomo e dalla Donna (simboli dell’umana ricerca del Bene e della Bellezza), il poema è espresso in lingua nazionale, lingua italiana d’oggi, nella tradizione di una letteratura le cui radici vanno ricercate nella Scuola poetica siciliana e nello Stilnovo. I versi sono liberi, per lo più endecasillabi, e hanno una scansione frantumata.
Cantare, però, l’Amore senza unire alla lingua nazionale versi e parole del patrimonio delle nostre regioni, è sembrato come creare un quadro privo di colori. Perciò ai versi del poema sono intrecciati suoni e armonie ripresi dai frammenti della poesia popolare italiana: quella toscana, veneta, emiliana, laziale, siciliana, campana…
E così il canzoniere, dedicato alla Donna, da poema in lingua italiana diventa canzoniere di più ampia ricchezza, grazie alla leggerezza della poesia popolare (dei contrasti, degli strambotti, delle villanelle, degli stornelli). Il “volo” è, quindi, espresso con una duplice voce. Ai versi in italiano fanno da contrappunto altre voci più arcaiche, anch’esse modulate per l’omaggio alla Donna (omaggio “regionale”, certo; ma pure “universale”, in senso lato). Sono le voci di alcune Maschere delle nostre regioni, convocate a teatro per la morte rituale del Carnevale (forte simbolo, non solo nella nostra cultura, del cruciale “passaggio” Inverno-Primavera e Morte-Vita). Pulcinella, Arlecchino, Rugantino, Balanzone, Giangurgolo, Stenterello e le loro compagne (vale a dire alcune delle maggiori figure della Commedia dell’Arte) ritornano così in vita grazie alla poesia antica delle regioni.
E cantano – con suggestivi distici, quartine, ottave e versi di poesia popolare (a rima baciata o alternata) – il sentimento d’amore universale.
Ha scritto Pier Paolo Pasolini che la poesia popolare è “una misteriosa unità inventio-inventum”.
Essa coniuga, infatti, il realismo infantile (“ingenuo”) delle regioni del Nord e il melico abbandono delle regioni del Centro e del Sud, l’irrigidimento di tipo stilnovistico-romantico e la stilizzazione tendente al mito (quella che canta il mondo in forme di fissità magica e leggendaria), la “semplicità psicologica” teorizzata da Croce e il sesso sublimato (nelle forme drammatiche e anche ironiche), infine l’unità sentimento-paesaggio e le liste botaniche, ornitologiche, minerali (con rimandi a garofani, limoni, aranci, melograni, violacciocche, viti, palme, ulivi, ogni specie di rose, rosignoli, colombe, tortorelle, capinere, argento, oro…).
Nata nel Duecento in Sicilia (come scoprì il D’Antona), essa poi diventò corrente di cultura, che avrebbe dato vita alla poesia letteraria italiana e alla poesia popolare storica di tipo lirico.
Il testo, in poesia italiana “composita”, celebra quindi Amore e volo umano. Ed è poema quasi oraziano, un “monumento” elevato all’Amore e alle lingue della penisola, il cui linguaggio ricompone varietà regionali ed espressività linguistica unitaria.
La messa in scena, ispirata al testo letterario, è un crogiolo di suoni, di colori, di memoria dell’arte e della pittura, di armonie.
Ed è anche festa di sapore artaudiano. Ma soprattutto è gioco, in cui antica finzione e umana maschera rimandano al divino, che è connesso al Teatro.
Vincenzo Cutolo
La lettera del prof. FRANCO FORTE:
(…) Di cosa avrei voluto discutere a proposito del “Il Volo dell’essere”?
Avrei, di certo, accennato alla polifonia dei 55 quadri e delle sequenze e, in special modo, da un lato, al parallelismo di tante voci diverse che pur seguono una identica struttura ritmica e, dall’altro, alla poli-testualità di voci varie che si rilanciano testi diversi ma di contenuto prossimo. Elementi, questi, che si possono porre come riferimento per due punti fermi di questa tua scrittura lirico-drammaturgica: il teatro ed il sogno, e parlo proprio di come essi si pongono nella riflessione freudiana.
Il corteo di Carnevale nella terza scena, ma anche quello della decima; le Maschere che corrono e declamano tra il pubblico, della scena ottava; i dialoghi che si svolgono dietro il siparietto, come nella scena diciottesima e altrove; i cori persistenti e il flusso continuo del suono di tammorra; il ruolo di Isabella, cui va l’onore di aprire la “Grande Recita Dell’Amor” – e ci sembra di star godendo dell’ombra della bella e colta Canali Andreini o della maliziosa Francesca Biancolelli – per poi diventare protagonista nei quadri del sottofinale -, ecco solo alcuni dei tròpoi del tuo fare estetico.
Il sogno come il teatro ci permette di portare alla luce i desideri celati, anche sotto la Maschera, pure in una dimensione effimera, che non oscura tuttavia la differenza di genere: Teatro e sogno vivono, è vero, “realmente” solo nel momento della rappresentazione, come azione per l’uno e simbolo nell’altro, ma nella opposizione dei sessi. “Cos’è / Il sogno? / Un lembo d’illusione? / Un naufragare in forma di relitto? che riaffiora? / Si chiede l’Uomo sotto il quadro di Klimt; e, la donna, poco più avanti, mette al bando ogni dubbio: “Quando sognavo l’amore e la vita, / nell’acqua chiara vedevo il tuo viso, / Quando specchiavo i miei capelli biondi / vi contemplavo il tuo sguardo”.
Avrei ancora cercato di spiegare, a me stesso prima, e poi agli spettatori, quelli giovani, l’uso che fai delle immagini d’arte che, sostituendo orpelli ed utensileria varia sul piano del palcoscenico, si pongono come dimostrazione antiretorica di una scrittura scenica, capace di vivere autonomamente rispetto al testo sulla pagina che, per una parte non minoritaria, viene arricchito con canti, suoni e movenze popolari e popolaresche, recuperati e portati alla conoscenza del mondo ai tempi della tua migliore gioventù. Questo speravo di poter dire e questo spero che mi sarà concesso di dire davanti al sipario di un teatro vero che qualche minuto dopo si aprirà per la Donna, l’Uomo, Arlecchino e compagnia. Felice serata a tutti voi.
Nocera Inferiore, 18 ottobre 2018
Franco Forte
La lettera dell’ispettore GIUSEPPE ALMOTO:
Carissimo Vincenzo,
ho partecipato a una pulsante fantasmagoria di poesia, dipinti, canti, balli , danze e avvolgenti carezze d’ amore. Mancava solo l’incarnazione della fonte ispiratrice primaria, ma sono sicuro che tu prima e dopo l’hai cinta con ramoscelli di fiori botticelliani…
Complimenti, è veramente un volo dello spirito e dei sensi.
Napoli, 10 novembre 2018
Giuseppe Almoto
La lettera dell’artista ELISABETH VON GUNTEN:
“Zurigo, 18 gennaio 2004. Egregio, caro Signor Cutolo, grazie al Suo invito ho vissuto ieri dei momenti speciali.
Era già un piacere sentirsi in mezzo a un pubblico amico, felice di rivedersi finalmente!, di vivere un buon momento assieme, in attesa di sperimentare questo ‘Il Volo dell’Essere’.
Il tema già univa il pubblico invitato: tutti si aspettavano una sorpresa. Ed è proprio un capolavoro, un’opera d’arte quella che Lei ci ha regalato.
Partecipare all’opera dell’uomo, sentirsi sfiorati dalla Bellezza della Voce, la parola, ricevere il messaggio dei quadri che amplificavano il messaggio del testo letterario – e tutto quell’affabile impegnarsi del popolo, sempre attirato dal “Grande Mistero” che irradia dalla Bellezza; di lasciarsi raccontare le esperienze vissute e la “sapienza” che ne fu distillata, il tutto cantato ed espresso con grande naturalezza.
Come Lei ha detto, è questa corrente di cultura l’acqua purificante dalla quale (se ne siamo coscienti) risorgerà una Umanità unita, consapevole del destino dell’Uomo e della sua evoluzione sulla Terra e nell’Universo.
Il mistero dell’Amore si rivelerà.
Questa corrente di cultura a Lei sta molto a cuore ed è la Sua capacità di trasmettere il messaggio, affinché ognuno lo possa ricevere secondo le sue capacità.
Per protagonisti e pubblico questa è opera d’Amore. Un grazie di cuore”.
Elisabeth von Gunten
(La Pagina, Zurigo, 4 febbraio 2004)
L’ABSTRACT DELLO SPETTACOLO
“ Un Uomo in frac dialoga, nello spazio del sogno, con una Donna ideale simbolo del Femminino eterno. E’ un dialogo in versi, in lingua d’oggi, sui temi dell’amore, della felicità, della malinconia, della morte.
Nel sogno irrompono figure e voci del variegato mondo popolare (travestite da maschere della Commedia dell’Arte), che con arcaiche lingue regionali cantano il lieto omaggio alla bellezza della Donna e all’amore.
Tramite i grandi temi di eros e thanatos lo spettacolo fonde due registri espressivi: lingua alta e lingua popolare che, abbinate l’una a frammenti di canti regionali e l’altra a brani di grande musica, si alternano e si mescolano restituendo i suoni della vita “.
CUTOLO, LA PIECE
“IL VOLO DELL’ESSERE / Un poema fisico sull’Amore”, messo in scena nel 2004 in Svizzera dal Teatro Italiano di Zurigo, è un canzoniere dedicato alle donne, all’oltre della bellezza, all’amore.
I versi sono liberi, in gran parte endecasillabi, spesso frantumati. Ai versi del poema sono intrecciati suoni e armonie della poesia popolare italiana con contrasti, villanelle, strambotti, stornelli, grazie alla presenza delle maschere di Pulcinella, Arlecchino, Balanzone, Rugantino e le loro compagne della Commedia dell’Arte.
Lo spettacolo, ad ingresso libero, ideato, scritto e diretto da Vincenzo Cutolo, andrà in scena il 10 marzo ore 19, a palazzo De Simone di Bracigliano.
“Un uomo in frac dialoga, nello spazio del sogno, con una donna ideale, simbolo del femminino eterno – spiega Cutolo -. E’ un dialogo in versi sui temi dell’amore, della felicità, della malinconia e della morte. Nel sogno irrompono figure e voci del variegato mondo popolare che, con arcaiche lingue regionali, cantano il lieto omaggio alla bellezza della donna e all’amore, tramite i grandi temi di eros e thanatos. Lo spettacolo fonde due registri espressivi, lingua alta e lingua popolare, che si alternano e si mescolano restituendo i suoni della vita”.
La pièce è tratta dal suo libro “Il Volo dell’Essere” (ed. Buonaiuto), di cui Francesco G. Forte scrive: “il sogno come il teatro ci permette di portare alla luce i desideri celati, anche sotto la maschera, pure in una dimensione effimera, che non oscura tuttavia la differenza di genere: teatro e sogno vivono, è vero, realmente solo nel momento della rappresentazione”.
In scena Sonia D’Alessio, Attilio Bonadies, Antonio Bello, Giuseppe Cutolo, Paolo Guidone, Francesca Strianese, Sabrina Caruso, Claudia Milone e Gilda Buonaiuto. Musica dal vivo con Luigi Buonaiuto alla chitarra, Raffaela Cioffi al violino ed Elsa Bigliardo, alla cui voce è affidato il canto del canzoniere.
Claudia Bonasi
(IL MATTINO, 9 marzo 2019)
IL NOSTRO SPETTACOLO
Dopo mesi di lavoro collettivo, i dodici attori che hanno dato vita allo spettacolo “Il Volo dell’Essere”, tratto dal mio testo omonimo, hanno potuto finalmente rappresentarlo a San Valentino Torio col patrocinio dell’Amministrazione Strianese.
Sono molto grato agli attori e ai musicisti che, con me, lo hanno realizzato; e mi piace segnalarne i nomi: Elsa Bigliardo, Gilda Buonaiuto, Sabrina Caruso, Sonia D’Alessio, Mariapia Ferreri, Claudia Milone, Francesca Strianese, Antonio Bello, Luigi Buonaiuto, Giuseppe Cutolo, Franco Pinto.
Ho rivisto in sala molti cari amici, con i quali condivido da anni stima e affetto reciproci. E mi hanno particolarmente commosso la presenza del regista-editore Francesco Forte, del senatore Gianni Iuliano, dello scrittore-giornalista Goffredo Locatelli e del grande attore novantaduenne Franz Muller (che ha donato alla città di Sarno l’apertura di un elegante e prezioso “Piccolo Teatro”).
Vincenzo Cutolo
COMMENTI E GIUDIZI
Il prof. Enzo Cutolo , oltre che autore del poema IL VOLO DELL’ ESSERE, è regista e attore della compagnia che lo porterà in scena il 15 dicembre a San Valentino Torio. Vi aspettiamo numerosi. Il poema rende omaggio alla Donna (ruolo che interpreto io) come simbolo di guida spirituale, colei che innalza l’ anima e la conduce nel regno dell’ Amore e della Bellezza. Una novella Beatrice di Dante o Laura di Petrarca, cui l’ Uomo ( interpretato da Enzo stesso) si rivolge con linguaggio poetico e registro letterario alto. Anche il popolo però vive le passioni, i dispetti, le gelosie, i corteggiamenti dell’ amore: saranno le maschere della Commedia dell’ arte a rappresentare questi aspetti e omaggiare la Donna, attraverso l’ artifizio del Teatro nel teatro, il linguaggio delle marionette, attraverso gli stornelli seicenteschi o ancora la “fronna”. Particolarmente azzeccate le note musicali del violino di Mariapia Ferreri (giovane talento sarnese), della chitarra di Gino Buonaiuto e della magica voce di Elsa Bigliardo. Ottime le interpretazioni di Antonio Bello, Giuseppe Cutolo, Sabrina Caruso, Francesco Pinto, Gilda Buonaiuto, Claudia Milone, Francesca Strianese.
Sonia D’Alessio
Sabato 15 Dicembre alle ore 19.00 presso l’ Auditorium della Scuola Media Don Lorenzo Milani ci sarà’ una bellissima rappresentazione teatrale nell’ Ambito del Programma degli Eventi Natalizi messi in campo dall’ Amministrazione Comunale.
L’ opera teatrale è rappresentata dall’ Associazione Educaci Teatro ed è un poema fisico sull’ Amore dal titolo “Il Volo dell’ Essere”. Ringrazio l’ Associazione Teatrale EDUCACI ed in particolare il Prof. Vincenzo Cutolo per la disponibilità nei nostri confronti. Ringrazio altresì tutti gli artisti che si esibiranno gratuitamente. L’ ingresso è libero e si entrerà’ fino ad esaurimento posti. Non mancate!
Il Sindaco Michele Strianese e l’ Amministrazione Comunale
Sabato 15 dicembre con la compagnia teatrale di Vincenzo Cutolo debuttiamo presso la scuola Don Milani di San Valentino Torio. Ore 19. Vi aspettiamo. Ingresso gratuito. L’orario è ottimo. C’è parcheggio. É vicino. É gratis. La penna di Vincenzo Cutolo è una garanzia. Vi piacerà. C’è la magica voce di Elsa Bigliardo. Il violino di Mariapia Ferreri. La chitarra di Luigi Buonaiuto. Gli attori sono uno meglio dell’altro: Antonio Bello, Giuseppe Cutolo, Claudia Milone, Sabrina Caruso, Francesca Strianese, Gilda Buonaiuto, Francesco Pinto. Se questo non vi basta, ci sono io, su un cubo, tutta vestita di bianco, nel ruolo della Donna, cui il poema rende omaggio.
Sonia D’Alessio
Nonostante le mie condizioni, non ho voluto mancare. Grazie a Lei.
Franz Muller
Finalmente in scena ‘Il volo dell’essere’ di e con Enzo Cutolo. Un poema fisico sull’amore, dove l’Autore e gli Attori hanno fatto un ottimo lavoro di squadra. Complimenti a tutti loro e in particolare a mia sorella Sonia, perfetta nel ruolo della Donna.
Norma D’Alessio
Enzo, è’ lodevole il tuo impegno teatrale che tenta, oltre ogni altro giudizio, di scuotere la nostra comunità’ da un evidente letargo culturale offrendo ai giovani la speranza di uno spazio da occupare mettendo in campo sane potenzialità’ offerte dall’arte. Ciao
Ettore Locatelli
Caro Enzo, lo spettacolo è stato bellissimo! Denso di tante cose… Ma nulla sarebbe stato, senza un testo importante alle spalle, quale tu hai saputo creare. Purtroppo faceva piuttosto freddo, e siccome Franco esce da molti giorni di antibiotico a fiale, mezz’ora prima della fine dello spettacolo, è parso prudente rientrare. Le sue condizioni di salute non sono affatto buone. Congratulazioni! Sala pienissima, è andato tutto più che bene!
Norma D’Alessio
Caro Enzo, complimenti vivissimi per il superbo spettacolo a cui ho assistito con mia moglie, Ettore ed Elsa. Mi scuso con te per non averti incontrato ma avevo il bisogno di tornare subito a casa. Ci sentiremo per telefono. Goditi il successo.
Goffredo Locatelli
Grazie, prof Cutolo, per averci donato questa fantastica emozione!!!
Serena Bello
Ha dei tratti affascinanti tra commedia dell’arte e Beckett. Ed è una autobiografia dell’autore e del suo smarrimento di fronte ai grandi misteri della vita. Una sorta di dizionario delle forme d’amore. L’amore nelle sue varie forme, terrene, sensuali e eteree è l’unico antidoto alla morte ed è incerto come la morte. “Se sape comme se nasce, ma no comme se more”.
Gaetano Ferrentino
Non mi è stato possibile venire stasera. Ma vidi in anteprima la presentazione che ne fece Vincenzo Cutolo con una piccola rappresentazione insieme a tutti gli attori. Rimasi letteralmente incantata.
Caro Enzo, a quando una rappresentazione a Sarno? Mi dispiace molto che non mi sia stato possibile venire stasera alla rappresentazione. Anche se già alla presentazione che facesti con un ” assaggio” dell’incantevole poema rimasi letteralmente incantata dalla suggestione surreale e dalla interpretazione di tutti voi attori. Complimenti di cuore.
Luisa Crescenzi
Un’intera poesia, delicata e intima, che ha messo in campo il nostro retaggio, le nostre radici classiche. È stato un viaggio delicatissimo, tra ricordi e riflessioni intimamente legati. Bravissimi gli attori, sublime il regista e sceneggiatore Vincenzo Cutolo, mio padre…
Stefania Cutolo
Sempre impegnato nel sociale e nella cultura, il nostro caro amico Preside è un faro la cui luce va oltre il comune impegno giornaliero.
Ho avuto l’onore ed il piacere di aver conosciuto e collaborato con il Preside in quel di Zurigo e ne ho apprezzato il valore umano dell’uomo. Di quel periodo mia moglie ed io serbiamo un gran bel ricordo.
Viktor Licata
Ieri sera a teatro, in scena Il “volo dell’essere’ del Preside Vincenzo Cutolo. Una prima formidabile che celebra e narra l’amore che è “joie de vivre” e sconfitta della morte . Applausi a scena aperta. Tutti bravissimi, Vincenzo Cutolo superlativo.
Claudio Pagano
Mi dispiace tanto di non esserci stata, perché impossibilitata, ma spero tanto che la rappresentazione possa essere ripetuta!
Rosa Serzio
IL VOLO DELL’ ESSERE. Testi e regia di Vincenzo Cutolo. È stato bello partecipare. Grazie, Enzo. Grazie, compagni di squadra. Siete stati favolosi. Un ringraziamento sincero al sindaco Strianese, senza il quale non avremmo avuto questa opportunità. Grandiosa serata, il teatro è magia. La frase più bella? ‘A vita è ‘ n’affacciata ‘e fenestra.
Sonia D’Alessio
Bravissimi tutti. Le signore anche bellissime. Speriamo in una replica a Sarno.
Raffaella Buonaiuto
Raffaella Buonaiuto, grazie. Io dal cubo non ti ho vista. Ho visto solo la sala piena zeppa. E’ stato bellissimo vincere le proprie ansie. Il teatro ti dà questa vittoria. E poi … la meraviglia del gioco di squadra!!
Sonia D’Alessio
Serata straordinaria. Teatro d’autore (strapieno e di successo!) a S. Valentino Torio con Enzo Cutolo e il suo “Volo dell’essere”. Chiusura interessante quanto rilassante sulla “9” con un insospettabile Matteo Renzi e la “Firenze a modo suo”.
Michele Ferrara
Voglio ringraziarti per il meraviglioso lavoro che hai messo in scena, opera di grande sensibilità e raffinata. Complimenti!
Gianni Iuliano
Ancora complimenti, Professore!
Lucia Annunziata
Complimenti ancora, è stato emozionante.
Concetta Falasca
Complimenti. Avrò l ‘opportunità di vederlo anche io ??
Anna Maria D’Amora
Enzo, complimentissimi. Sono andato via un poco prima, pregando la sorella di Norma di avvertirti che vengo fuori da ben 20 giorni di Glazydim e Bisolvon per problemi bronchiali e temevo per la temperatura. Le ricadute possono essere pericolose a questa età (parlo della mia, non della tua che – a volerti male – si direbbe non superare i 55, almeno in scena). Un abbraccio forte.
Francesco Forte
Enzo, continuo a pensare che tu, per un accadimento imprevedibile, vivi in un paese che non ti merita. Lunga vita a te.
Goffredo Locatelli
Venni a vedere l’anteprima che facesti. E già rimasi incantata. Mi è molto dispiaciuto che non mi è stato possibile venire adesso allo spettacolo. Sei sempre stato un Grande. Ti conosco da quando, da ragazzo, suonavi e cantavi con mio fratello Peppe. E ti ho sempre seguito nei tuoi straordinari lavori teatrali a Sarno. Tutta la mia ammirazione sempre, caro Vincenzo.
Luisa Crescenzi
…E’ doppio salto il mio, triplo, mortale,
smarrito dentro il nulla dello spazio?
Le mie mani
trovano pace solo sui tuoi polsi.
Serena Bello
(sto leggendo scena 31 Il volo dell’Essere)
Spero che si ripeterà.
Gennaro Eva Celentano
Ecco la “passeggiata”, un dialogo filosofico sull’amore, ispirato ai dialoghi di Platone. Il testo di Vincenzo Cutolo è strapieno di cultura, rimandi letterari, allegorie, simbolismi, voli pindarici dal registro linguistico popolare della commedia dell’arte e dei dialetti regionali a quello letterario alto, stilnovista. E’ strapieno della sua cultura in campo teatrale e dell’amore per la ricerca di suoni, di stornelli del Seicento e di canti popolari. E’ senz’altro una personalità affascinante quella di Enzo …
Sonia D’Alessio
La bellezza di andare a teatro e trovare un testo nuovo 🎭 questo nelle opere di Vincenzo Cutolo qui a San Valentino Torio Sabato scorso 🗣 #CampaniaFelix
Giacomo Aula
Bella la scena di Colombina e Arlecchino! Molto bravi gli attori! Bella anche la voce di Elsa Bigliardo, un bel timbro!
Lucia Annunziata
Caro Enzo,
così com’è connaturato nel mio umile stile, sia pure in ritardo ed a posteriori, rispondo al tuo cortese invito. Purtroppo la mia attuale situazione familiare, ulteriormente aggravatasi, proprio in queste settimane, anche per le mie non felici condizioni fisiche, mi ha tolto l’opportunità di partecipare alla rappresentazione di questo tuo lavoro teatrale. . Sarebbe stato un immenso piacere per me poterti ascoltare in questa tua veste, a me sconosciuta, di commediografo-attore già provato sul campo. Ho sempre saputo di te che sei stato un eccellente docente e uno scrupoloso dirigente scolastico, apprendo solo ora dall’esaustivo encomio critico del tuo amico Giuseppe Strianese, che sei anche un esemplare e provetto autore di commedie. E’ per me sommamente gratificante conoscere persone come te che hanno dedicato la propria vita alla formazione culturale dei giovani e ora, anche da esterni, continuano ad offrire con amore e generosità il proprio sapere per l’educazione e la formazione delle giovani future leve. Complimenti dal più profondo del cuore, caro Enzo!
Franco Polichetti
La professionalità e la passione teatrale di Enzo Cutolo si rivelano sempre di grande interesse.
Alberto Mirabella
Carissimo Vincenzo, complimenti vivissimi per lo spettacolo di cui avevo visto una suggestiva anteprima ridotta a Sarno. Purtroppo sabato ero contemporaneamente impegnato al Frac di Baronissi. Aspetto con ansia di poter vedere la tua bella creatura ad inaugurare il nuovo teatro di Sarno. Fammi sapere in tempo la data, per fissarla sul calendario dell’amicizia e della bellezza…Un forte abbraccio.
Attilio Bonadies
Caro Enzo,
consentimi innanzitutto di rinnovarti i complimenti per il bello e accattivante spettacolo regalatoci alcune sere fa a San Valentino Torio. La conferma della tua forte passione per il teatro, dell’impegno profuso in questa (e altre) attività, della tua capacità di assemblare e guidare un gruppo di giovani talentuosi, capaci di calcare la scena da attori consumati.
Tuttavia … devo notare con rammarico che purtroppo sei stato costretto a cercare altrove la disponibilità e la collaborazione, per l’allestimento dello spettacolo, che la nostra città non ti ha offerto. Non mi meraviglio. La meschinità, l’arroganza, la supponenza, e anche (lasciamelo dire) l’invidia per le altrui capacità abitano il palazzo del potere locale.
Antonio Benisatto
La recensione di Leonardo Botta:
Domenica sera ero all’auditorium del Palazzo de Simone, ad assistere alla rappresentazione de “IL VOLO DELL’ESSERE”, un visionario poema messo in scena dall’ottima compagnia teatrale Educaci-Teatro, ideato, sceneggiato e diretto dal preside Vincenzo Cutolo. L’evento era patrocinato dall’Amministrazione comunale di Bracigliano, in occasione della Festa della Donna. Ebbene, raramente ho assistito a uno spettacolo di tale raffinata bellezza: l’opera parla del dialogo onirico tra un Uomo e una Donna, sul tema dell’amore e del rapporto tra i sessi, e dell’omaggio che alla Donna porgono una serie di personaggi che si avvicendano sul palco. Personaggi popolari che, visto anche il periodo, vestono i panni delle più note e storiche maschere carnevalesche. Tutto, nello spettacolo, funziona alla perfezione. Dalla scenografia, spoglia ma dominata dalla proiezione, sullo schermo posto al centro del palco, delle più belle immagini di figure femminili immortalate dall’arte (la Venere di Botticelli, la leonardiana Dama con l’Ermellino, la donna sfarzosamente variopinta di Klimt, o quella dai lineamenti scarni di Modigliani), ai bei costumi delle maschere. Fa piacere pensare come, nel tempo in cui, a Carnevale, i ragazzi si travestono da Fedez e Chiara Ferragni, c’è chi ripropone le rassicuranti figure di Arlecchino, Colombina, Pulcinella, Balanzone, Rosaura. Ai dialoghi surreali, forbiti ma anche intrisi di un tradizionale linguaggio popolare con gradevoli inflessioni dialettali, lo spettacolo aggiunge anche colte citazioni epiche. Per esempio, quella del mito di Aristofane, descritto nel “Simposio” di Platone, che narra della nascita dei sessi (all’origine tre: donna, uomo e androgino). Che dire: è stato, questo, certamente, il modo migliore per onorare l’8 marzo (certo, non quelle tragicomiche feste al cospetto di muscolosi spogliarellisti smutandati!). Un modo per celebrare degnamente la figura della donna, troppo spesso martoriata.
Leonardo Botta
(Facebook, 2019)