Il dibattito su «La Voce della Scuola: Nord-Sud»
Alla “Parini” di Torre Annunziata
Le conclusioni che posso trarre sono positive. Sono molto soddisfatto sia del lavoro svolto da alunni e docenti nel realizzare la nostra iniziativa, sia delle cose che sono state dette questa sera. Tutti gli interventi degli illustri ospiti (che ringrazio per la loro umanità, cultura, esperienza, competenza, responsabilità) hanno contribuito a rendere ancora più esaltante la nostra avventura.
Perché di avventura si tratta, cari amici: non mi pare che ciò che si è fatto qui si faccia in molte scuole d’Italia. Si è trattato di un impegno che ci ha assorbiti per molte settimane, che ha costretto i ragazzi a leggere, a scrivere, a rielaborare, a discutere; e i docenti a limare, a guidare. Il lavoro profuso ha avuto questa sera, come dire?, una sorta di solenne gratificazione. Riconosco i limiti del giornale, ma credo che il prof. Galluccio non sia contrario a un rapporto diretto con la realtà da parte della scuola.
Egli ha citato Dewey, l’antesignano di un tipo di scuola aperto alla società. La scuola non è una torre d’avorio. Sarebbe ingiusto, oggi alla fine del XX secolo, definire la scuola una parte separata rispetto al corpus della società e della vita pulsante di questa. Cito un solo esempio, dalla mia esperienza.
Sono stato Preside per due anni a Milano e oggi lo sono qui, nella mia regione. Ricordo un particolare, venuto fuori anche dal giornale come raffronto di situazioni. Nella mia scuola “Ferraris” di Milano c’erano nove laboratori (oltre alla biblioteca e a una grande palestra): artistico, informatico, tecnico, scientifico, audiovisivo, musicale, etc., tutti ben attrezzati. Nel laboratorio musicale c’erano tutti gli strumenti, comprati dalla scuola e utilizzati dagli alunni per generazioni (il docente Marino, ottimo musicista, ha creato negli anni piccoli talenti).
Anche la “Parini” ha avuto dotazioni di laboratorio. Ma oggi non c’è più niente: è stato rubato tutto. Come è possibile, oggi, dare cultura ai ragazzi senza far capire che è questa comunità che offende la sua adolescenza? Noi siamo tutti nella stessa Italia. I finanziamenti dello Stato arrivano dappertutto e dappertutto esistono le contraddizioni.
La dispersione scolastica è anche al Nord; anche al Nord c’è la mafia. Ma oggi l’illegalità è un “valore” che la scuola deve saper respingere. Il nostro giornale è un’esperienza che timidamente si affaccia sul territorio. Le scuole sono chiamate a raccordarsi in un progetto di collegamento culturale, affinché anche la realtà di Torre Annunziata possa riprendere il cammino della speranza.
Mi auguro che questo modesto segnale, che viene da Torre Annunziata, possa costituire una spinta – in ambito regionale – a lavorare per una scuola più impegnata, più aperta ai problemi sociali, più legata alla cultura della tradizione, ma anche più responsabile rispetto ai compiti affidati a ciascuno di noi.
( La Voce della Scuola: Nord-Sud, giugno 1993 )
NOTA: I partecipanti al dibattito sul giornale scolastico furono: Michele Prisco, Renato Nunziante Cesaro, Pasquale D’Amelio, Sergio Arpaia, Gennaro Carillo, Nicola Galluccio, Giuseppe Giugliano e Vincenzo Cutolo.