RAPPORTI CON LE AUTORITà SCOLASTICHE LOCALI
Le Autorità della scuola locale sono le seguenti:
- a) lo Erziehungsdepartement (che è il Dipartimento Pedagogico del Cantone, il quale provvede al coordinamento degli interventi scolastici sul territorio); b) le Gemeindeschulpflegen (cioè le Commissioni scolastiche comunali, le quali sono competenti – fra l’altro – ad autorizzare, per i nostri Corsi, l’utilizzo delle aule scolastiche, del loro arredamento e dei sussidi, nonché a controllare la corretta tenuta di ciò che viene messo a disposizione di Docenti e alunni dei Corsi stranieri). I rapporti con tali Autorità scolastiche risultano buoni e, grazie a essi, non solo i nostri Corsi di lingua e cultura italiana possono svolgersi con regolarità ed efficienza, ma all’interno di essi è anche stato possibile avviare progetti sperimentali finalizzati a una migliore integrazione dei nostri giovani connazionali (tra questi, il più interessante appare il Progetto Ponte tra Lingue e Culture, giunto al secondo anno di attuazione).
ENTI GESTORI
Nella Circoscrizione Consolare di Basilea quasi un terzo dei Corsi funzionanti è gestito direttamente – fin dal 1993 – da Comitati, Enti o Associazioni. Dei 252 Corsi (152 del livello elementare e 100 del livello medio) solo 174 sono, infatti, gestiti dal MAE; 78 sono gestiti da Enti privati. Gli Enti gestori cui è qui affidata una parte dei Corsi di lingua e cultura italiana sono i seguenti: FOPRAS, ECAP, CIPRE. Tali Enti gestori ricevono ogni anno dal MAE un contributo, utilizzato per il pagamento degli emolumenti agli insegnanti non di ruolo e per l’assistenza scolastica (libri di testo, borse di studio, trasporto alunni, acquisto audiovisivi e materiali didattici, etc.). I responsabili di tali Enti gestori sono, come in passato, persone che offrono garanzie di serietà e disponibilità, quanto mai necessarie nel locale contesto.
Pregnanti e importanti sono i rapporti tra il Dirigente scolastico e i tre Enti gestori. Il Dirigente ha un ruolo di coordinamento didattico per tutti i Corsi di lingua e cultura italiana e svolge anche il compito di vigilanza consolare nella valutazione degli interventi di spesa. Infatti gli Enti gestori fanno riferimento, nei rapporti giuridici, al locale Codice delle Obbligazioni, ma sono sottoposti al controllo del Consolato Generale d’Italia per tutto ciò che concerne i bilanci.
Il Dirigente scolastico ha, infine, presso tali Enti, anche un compito di consulente-esperto (considerato che i componenti degli organismi degli Enti sono genitori, cioè lavoratori spesso non esperti di normativa scolastica).
CORSI
- Corsi: 252; Tipologia dei Corsi: integrati 33; inseriti 109; extrascolastici 110; N.ore per Corso: 83 Corsi da 2 ore; 151 Corsi da 3 ore; 18 Corsi da 2 ore e mezza.
PERSONALE DOCENTE
Docenti di ruolo: 18; docenti supplenti MAE: 3; docenti assunti in loco dagli Enti Gestori: I corsi di formazione e aggiornamento per i docenti dei Corsi di lingua e cultura italiana vengono organizzati dagli Enti gestori locali, mediante particolari contributi erogati loro dal Ministero degli Affari Esteri per la formazione dei docenti non di ruolo.
Tali corsi vengono suggeriti dallo stesso Ufficio ispettivo del MAE, che si avvale della collaborazione di alcune Università italiane. Le tematiche di tali corsi di formazione e aggiornamento sono prevalentemente legate alla didattica delle lingue: più precisamente alla glottodidattica, collegata alle esigenze del multilinguismo e multiculturalismo.
Compito del Dirigente scolastico, per la formazione e l’aggiornamento, è quello di individuare con il Collegio docenti le tematiche più idonee alle esigenze didattiche nel quotidiano lavoro dei Corsi di lingua e cultura italiana. Per il corrente anno scolastico 2001-02 il Collegio docenti ha deliberato di approfondire la tematica dell’Educazione informatica, scegliendo un apposito corso di aggiornamento proposto da un’agenzia formativa locale.
ALUNNI
Gli alunni dei 252 Corsi sono complessivamente 2784 (1708 elementari e 1076 medi). Il numero degli alunni varia, in genere, da un minimo di 8 a un massimo di 21 per ciascun Corso. Quest’anno, a causa della mancata attivazione di alcune cattedre (congelate o soppresse, per disposizione ministeriale), alcuni Corsi sono stati attivati dagli Enti gestori con propri fondi e propri docenti. Rispetto allo scorso anno scolastico, si registrano complessivamente 82 alunni in meno (5 nei Corsi elementari e 77 in quelli medi). Quando si iscrivono in prima media, gli alunni dei nostri Corsi frequentano contemporaneamente la locale classe VI elementare e hanno, perciò, almeno 12 anni compiuti (giacché in Svizzera alla scuola elementare si va all’età di 7 anni).
Molti alunni si iscrivono in prima media addirittura all’età di 13 anni – se hanno dovuto ripetere qualche classe della locale scuola elementare, il che accade frequentemente – e alla fine del ciclo medio i nostri Corsi sono quindi frequentati da adolescenti un po’ più grandi dei nostri alunni della scuola italiana metropolitana.
Anche nell’anno 2001 alcune famiglie italiane sono rientrate definitivamente in Italia. Ciò spiega, in parte, la diminuzione del numero degli alunni rispetto allo scorso anno scolastico. Tuttavia occorre considerare che i nostri Corsi sono frequentati da meno del 70% dei ragazzi di famiglie italiane. Esiste, quindi, una potenziale utenza che può essere convinta a frequentare le lezioni, facendone aumentare gli iscritti. Va anche tenuto conto del fatto che molti alunni di altre etnie si avvicinano ai nostri Corsi di lingua e cultura, chiedendone la frequenza. E ciò apre interessanti prospettive per il futuro.
Gli alunni dei nostri Corsi provengono quasi sempre da famiglie di lavoratori italiani occupati nel settore secondario (operai, spesso qualificati, il cui livello culturale risulta tuttavia modesto). Ci sono ovviamente anche famiglie occupate nel settore terziario, in prevalenza nei servizi medio-bassi o nel commercio.
Molti dei genitori degli alunni sono nati in Svizzera. E, grazie alla conoscenza della lingua locale (indispensabile, ad esempio, nel rapporto scuola-famiglia), essi riescono a contribuire meglio alla formazione scolastica dei propri figli. In generale la frequenza dei nostri “Corsi di lingua e cultura italiana” risulta assai proficua per i ragazzi dell’emigrazione, giacché essi possono trovarvi l’unica occasione di arricchimento linguistico-culturale italiano strutturalmente guidato.
MOTIVAZIONI PER L’APPRENDIMENTO
Le motivazioni per l’apprendimento della lingua italiana sono forti. I ragazzi italiani sono ai primi posti nella frequenza dei Corsi di madrelingua. Da numerose inchieste della stampa di emigrazione risulta, inoltre, che le famiglie italiane auspicano che i propri figli, ancorché nati in Svizzera, parlino e scrivano bene la lingua italiana: la competenza in lingua italiana offre, infatti, maggiori possibilità sia per l’apprendistato, sia per il reperimento di un posto di lavoro.
RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
Il rapporto con le famiglie è costantemente curato, sia dai docenti sia dal Dirigente scolastico. D’altronde i genitori italiani sono abituati, dal sistema scolastico svizzero, a partecipare attivamente alle occasioni in cui possono contribuire al miglioramento sociale proprio e dei propri figli. Quasi tutti i nostri Corsi di lingua e cultura sono, infatti, arricchiti dalla presenza di Comitati Genitori attivi e collaborativi.
MATERIALI DIDATTICI E DOTAZIONI MULTIMEDIALI
Gli Enti Gestori sono in possesso di utili materiali didattici e di una discreta dotazione multimediale. Di tali sussidi usufruiscono tutti i nostri docenti, sia quelli non di ruolo che quelli di ruolo, per predisporre o arricchire le proprie lezioni e le programmazioni. Ulteriori sussidi, anche multimediali, dovrebbero però essere acquistati dagli Enti per adeguare la didattica dei Corsi alle nuove esigenze.
OBIETTIVI E VERIFICHE A MEDIO TERMINE
La scuola dell’obbligo svizzera non è scuola di finalità “educative”, come quella italiana di base, bensì scuola di tipo “istruttivo”, organizzata secondo obiettivi immediati, misurabili, concretamente spendibili. L’insegnamento svizzero della lingua straniera – e della stessa lingua tedesca – contempla inoltre esercizi e prove continui (soprattutto test compilativi del tipo “multiple choice”), che poco spazio lasciano all’autonoma creazione. Infine la scrittura – considerata come momento di riflessione, creazione e autonoma rielaborazione – è spesso assente nella scuola svizzera (il che tuttavia non vale per il Ginnasio); per cui quando, nei nostri Corsi di lingua e cultura, si chiede all’alunno di scrivere un tema su un determinato argomento, l’operazione risulta al ragazzo pressoché sconosciuta e difficile.
Per tutti questi motivi le iniziative dei Corsi di lingua e cultura italiana risultano di grande utilità, sia culturale che formativa, per i ragazzi di seconda e terza generazione della nostra emigrazione in Svizzera. I Corsi di lingua e cultura italiana devono tendere a una formazione globale, a rete. In essi deve essere stimolato l’interesse dei ragazzi a porre domande, a conoscere il nuovo. L’insegnamento, inoltre, partendo dalle esperienze e dagli interessi degli alunni, deve suscitare nuovi interessi; e deve essere possibilmente collegato all’agire personale. Molto importante è in essi la valutazione, che aiuta gli
alunni nell’apprendimento, li consolida nella loro autostima, li rende capaci di valutare se stessi sempre di più.
RIPARTIZIONE DEGLI ENTI E DEI CORSI SUL TERRITORIO
Tre (come abbiamo detto) sono gli Enti Gestori che hanno rapporti diretti con i Corsi di lingua e cultura italiana: FOPRAS, ECAP e CIPRE. Il CIPRE gestisce i Corsi elementari e medi del Cantone Argovia; negli altri Cantoni (Basilea città, Basilea campagna, Soletta e Giura) i Corsi medi sono gestiti dall’ECAP e quelli elementari dalla FOPRAS. Detti Enti gestori provvedono sia all’assistenza scolastica, sia alla nomina e retribuzione dei docenti non di ruolo.
OSTACOLI ORGANIZZATIVI
I nostri Corsi del livello medio accolgono alunni provenienti non da un unico tipo di scuola (come è, ad esempio, la scuola media unica del sistema italiano), ma da ben quattro percorsi post-elementari, l’uno assai diverso dall’altro. Nel sistema scolastico post-elementare svizzero, infatti, dopo la frequenza della classe VI elementare l’alunno passa (attraverso una severa valutazione delle sue competenze in Matematica e in Lingua tedesca) a uno dei quattro indirizzi della scuola media locale: Gymnasium, Sekundarschule, Realschule, Oberschule.
La scolaresca dei nostri Corsi è, di conseguenza, quasi sempre assemblata in modo non omogeneo: gli alunni provengono da classi e scuole diverse, appartengono spesso a diverse fasce di età, hanno alle spalle un vissuto diverso e una diversa condizione di competenza linguistica. Tali elementi costituiscono un’obiettiva difficoltà per il lavoro dei docenti dei Corsi, i quali (non solo nelle pluriclassi, ma anche nelle monoclassi) hanno di fronte alunni assemblati in modo assai diverso da quello delle classi della scuola metropolitana italiana.
Pur essendo la lingua italiana una delle lingue nazionali della Confederazione svizzera (insieme al Tedesco, al Francese e al Ladino), essa ha tuttavia poco spazio nella scuola svizzera dei Cantoni francofoni e germanofoni. La presenza, in territorio svizzero-tedesco, di numerosi italiani ha però determinato – in questi ultimi cinquant’anni – una buona diffusione della nostra lingua, che oggi viene compresa, letta e parlata anche da molti non italiani (svizzeri, ma anche immigrati di aree prevalentemente neolatine: per i quali
essa è ormai divenuta, per molti aspetti, una “lingua franca”). Va anche aggiunto che due canali televisivi nazionali (TSI1 e TSI2) e due emittenti radiofoniche trasmettono solo programmi in lingua italiana e che molto seguiti sono i programmi televisivi italiani di Rai 1 e Canale 5.
OSSERVAZIONI E PROPOSTE
Nella Circoscrizione consolare di Basilea, gli Enti gestori hanno competenze che implicano diversità funzionali e disparità. Ad esempio la retribuzione dei docenti – a fronte dello stesso servizio – risulta spesso diversa, a seconda dell’Ente gestore che li assume. Sarebbe auspicabile un unico Ente gestore per l’intera Circoscrizione: le spese generali e di funzionamento, che oggi risultano frantumate, sarebbero in tal modo rese più razionali. Va anche detto che la esistenza sul territorio circoscrizionale di tre Enti gestori richiede numerose presenze del Dirigente scolastico agli incontri sottoposti alla vigilanza
dell’Ufficio Scuola del Consolato: Assemblee, Consigli di amministrazione, Comitati esecutivi, iniziative varie. Inoltre i docenti non di ruolo, oggi reclutati dagli Enti gestori, potrebbero essere direttamente gestiti dall’Ufficio scolastico del Consolato (con lo status
di supplenti o di contrattisti, ad esempio, vincolati a svolgere esclusivamente il lavoro didattico nei Corsi di lingua e cultura italiana). Ciò renderebbe, da una parte, più definite e stabili le prospettive dei precari affidati alle sorti degli Enti gestori; dall’altra legherebbe quei docenti – in modo più responsabile, come già avviene in Italia per i docenti non di ruolo impegnati nella scuola statale – all’esclusiva professione di insegnanti dei Corsi. Inoltre, andrebbero dedicate maggiori cure e risorse ai Corsi di lingua e cultura italiana.
Occorrerebbe anzitutto insistere, presso le autorità svizzere della Confederazione, per l’obiettivo dell’inserimento/integrazione dei Corsi nei locali curricula. Sarebbe, infatti, auspicabile che lo studio della lingua italiana divenisse nella scuola svizzera disciplina curriculare, considerato che l’italiano è una delle tre maggiori lingue confederali: un inserimento dei Corsi nell’orario curriculare svizzero consentirebbe, infatti, lo studio della nostra lingua a tutti quanti i ragazzi italiani (non solo a quelli che già li frequentano). Sarebbe anche opportuno dare ai nostri Corsi un’omogeneità maggiore circa i contenuti didattici: i programmi, ad esempio, andrebbero riformati e aggiornati (sono ancora quelli di trent’anni fa). Ma la più generale questione del potenziamento della lingua italiana potrebbe avere – a mio avviso – una migliore risoluzione solo se i nostri Corsi venissero resi obbligatori per tutti. Tutti i ragazzi italiani dovrebbero, infatti, imparare la nostra lingua. La spesa non aumenterebbe, in tal caso, se per le singole classi il numero degli alunni fosse portato a 15 (o anche a 20). Ci sarebbe, certo, il problema dei piccoli centri. Ma in Svizzera il trasporto pubblico è ben organizzato e sicuro (e, in ogni caso, gli Enti gestori già provvedono, oggi, al trasporto di molti alunni costretti a frequentare i Corsi in sedi diverse dai propri paesi). Le famiglie degli alunni, inoltre, potrebbero partecipare ai costi del servizio dei Corsi con un contributo di iscrizione pagato da tutti. Gli importi che ne deriverebbero, aggiuntivi rispetto al contributo del Ministero, renderebbero certamente più solido il bilancio degli Enti gestori e consentirebbero anche di migliorare l’intervento generale in favore della lingua italiana. Da più parti viene, infine, la proposta di aumentare il tempo-scuola dei Corsi: 2 ore settimanali (o anche 3) appaiono davvero poche, per un’adeguata formazione linguistico- culturale degli alunni italiani.
( Archivio Consolato Italiano di Basilea, 6 dicembre 2001 )