La lettura di un bel libro produce in noi, quasi sempre, un fascino particolare. Soprattutto se esso tratta di vicende reali le quali hanno, in qualche modo, interessato sia pure parzialmente la nostra vita.
Dei dieci libri, progettati per narrare la storia di Sarno dell’ultimo secolo, Goffredo Locatelli ne ha pubblicati già tre: “Le otto vite del Gallo” (tutto incentrato sulla figura dell’avv. Michelangelo Capua, sindaco e protagonista della vita politica della città per oltre un trentennio); “La dolce vita a Sarno” (rievocazione di un secolo di feste, spettacoli, amori e matrimoni); “Gli uomini e le imprese del ‘900” (narrazione della vita di industriali, costruttori e imprenditori).
Quest’ultimo volume, presente in libreria da pochissimi giorni, restituisce memoria e onore a quaranta storie di vita. Sono storie legate al mondo dell’impresa, dell’iniziativa privata, cioè a un settore particolare della società che spesso segna coraggio e fortuna, caduta e ascesa, di individui, famiglie e comunità. Le quaranta storie del libro concernono la vita e la fortuna (talvolta, ahimé, la sfortuna) degli imprenditori sarnesi del secolo XX, in particolare di quelli dell’industria tessile, alimentare e dell’edilizia.
Della fiorente industrializzazione tessile sarnese (che giunse a dare lavoro a circa quattromila operai) Locatelli rievoca la straordinaria e peculiare parabola che valse alla città – per anni – il titolo di “Manchester del Sud”. E restituisce degna memoria alle figure “mitiche” dei fondatori delle grandi industrie tessili di fine Ottocento (i Buchy, i Turner, i Franchomme, i D’Andrea-Napoli, i Robustelli, gli O’Neilly), ripercorrendone fasti e prestigio, finiti purtroppo o per incapacità degli eredi o per difficoltà dei mercati o per la sorte avversa.
Locatelli sottolinea con obiettività la viva intelligenza di quegli industriali, abili nell’utilizzo anche dell’energia idraulica garantita dalle sorgenti del fiume Sarno e spiega bene come un’altra fiorente industria locale – quella alimentare –sia nata e sia cresciuta grazie soprattutto ai terreni fertili ed ubertosi.
Dopo quelle dei capitani d’industria del settore tessile, il libro rievoca quindi anche le storie della Star e degli imprenditori Damiano e Donato Mancuso, Pasquale Saviano, Michele De Filippo, Enrico Perano, i fratelli Crescenzi, Michele Corrado, Pietro Franzese, i fratelli Adiletta, Giuseppe Napoletano, Carmine Fasolino, Edoardo Ruggiero e Nunzio Costabile.
Nelle pagine del volume trovano spazio, inoltre, anche gli imprenditori edili (De Vivo, Celentano, Rainone), quelli del caffè e dei dolciumi (Salerno e Mancuso), i termali (/Agovino-Pioli), i bottai (D’Ambrosio), i calzaturieri (Annunziata, Di Donato), quelli dello sport (Sorrentino) quelli del trasporto pubblico-privato (Carrella), quelli dei semi (Mancuso), quelli della riabilitazione (Renzullo) e della produzione di ghiaccio e taglio dei legnami (Rossi).
La mia generazione ha conosciuto molti degli imprenditori rievocati dal libro e personalmente condivido il giudizio che Locatelli esprime su taluni di loro.
Credo anche che questo libro possa essere di utile lettura soprattutto per i più giovani, i quali (stimolati da tante ammirevoli e varie storie di sacrificio e coraggio) saranno forse invogliati ad affrontare il futuro con maggiore fiducia.
( Facebook, 2018 )