Un mestiere poco conosciuto in Italia è quello del cittadino. Mestiere duro ma esaltante e che, come tutti i mestieri, ha le sue regole.
La prima regola per non essere sudditi servili del cosiddetto “potere”, ma cittadini consapevoli, è quella di conoscere la Costituzione della Repubblica. Leggerla è come leggere un libro che insegna un’arte marziale, perché dà, al lettore attento, una carica di dignità civica e di coraggio incredibili.
La seconda regola è quella di non comportarsi mai servilmente nei confronti di chi abbiamo delegato alla funzione pubblica, per es. non chiamando un deputato “onorevole” o un ministro “eccellenza”, perché questi titoli abbassano chi li usa al livello di suddito; mentre invece, per paradosso, è il cittadino che dovrebbe esigere di essere chiamato onorevole da chi ha accettato di servire il popolo a pagamento.
La terza regola è quella, se l’occasione si verifica, di farsi portatori di democrazia.
Per insegnarla a chi non per meriti di competenza, ma per bizantinismi politici è nominato ministro e nel suo operare si comporta anziché come un servitore del popolo, come uomo al potere.
E per insegnarla a quei concittadini, e sono molti, che non essendosi mai nutriti di democrazia e di civismo leggendo la Costituzione, ritengono di doversi occupare soltanto dei propri affari e problemi, disoccupandosi della cosa pubblica, che poi in definitiva è di noi tutti.
Ma perché mai nelle scuole non si insegna o si insegna male, in modo noioso o incompleto, l’educazione civica? E perché nessun governo ha mai dato importanza a questo fondamentale insegnamento?
Il mestiere del cittadino è un mestiere difficile, anche perché bisogna saper convogliare la propria carica di aggressività, che è una parte insopprimibile dell’uomo, verso comportamenti costruttivi, come, con questo esempio emblematico, narrerò per suggerire la quarta regola sulla difesa dell’ambiente.
C’ è un camino che fuma e inquina l’atmosfera in una località abitata. Un cittadino passa, tossisce, inveisce e prosegue confidando che altri potranno provvedere. Un secondo passa, tossisce, bestemmia e scarica la sua aggressività raccogliendo un sasso e lanciandolo contro il vetro di una finestra dello stabilimento inquinante, con ciò compiendo un’inutile azione distruttiva. Infine un terzo passa e pure lui tossisce, ma si ferma e annota nome ed indirizzo dello stabilimento, e, anche se non abita in quella località e se è pressato dai suoi impegni, si reca al comando della polizia urbana o al municipio o successivamente indirizza al Pretore una segnalazione-denuncia dell’inquinamento osservato. Questo e solo questo è un cittadino.
E per finire, concittadini lettori, ecco la quinta regola: provatevi questa sera, prima di coricarvi, a fare un esame di coscienza. Domandatevi: ”Ed io che cosa ho fatto oggi, non per il mio arricchimento culturale ed economico, ma per la società nella quale sono inserito?”
(da “La Costituzione comoda” di Alberto Bertuzzi 1981)