CHIARA MACCONI (PEN International)
ne parla con l’autore
GIUSEPPE ALMOTO
Introduce:
VINCENZO CUTOLO (Associazione EducaCi)
Letture:
VALERIA PELLECCHIA
17 gennaio 2013, ore 18.00
Libreria del Corso
Corso San Gottardo 35, Milano
Giuseppe Almoto è nato a Messina, dove è vissuto fino all’età di 19 anni prima di trasferirsi a Napoli. Ha studiato alle Università di Napoli e di Londra, ha lavorato nel settore privato, è stato docente di Lingua e letteratura inglese, Preside negli Istituti tecnici e Ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione.
Un’intensa attività professionale lo ha portato a vivere stimolanti esperienze umane e sociali in importanti città d’Europa e del mondo. La sua narrativa, pur immersa nella realtà difficile e complessa di oggi, cerca di indicare percorsi di avanzamento e di sollecitare la forza vitale presente in ogni uomo. Io credo che la letteratura, oggi più di ieri, debba tendere a rispecchiare la realtà della vita, ad essere il riflesso della società in cui viviamo, delle sue contraddizioni, della complessità esistenziale. E sono anche convinto che un autore, oggi, debba proiettare nell’opera da lui creata il “senso etico”, la propensione critica costruttiva, l’anelito al miglioramento della vita degli uomini.
Viviamo in anni di deriva morale, di modelli sempre più omologanti, di egoismi, profitti, solitudini, disperazione, disumanizzazione, deliri perniciosi di massa. Lo scrittore ha il dovere di ridisegnare il filo che conduce alla liberazione dell’uomo, la traccia che riporta questo all’elevazione morale, la linea retta della “qualità umana”
Il romanzo che lo scrittore Giuseppe Almoto offre oggi ai lettori (Il viaggio, editore Armando Siciliano, 2012) tende in modo non didascalico verso tale giusto indirizzo, rivelando – con adesione critica alla realtà e rigorosa tensione civile – una peculiare ed etica bellezza.
( EducaCi on-line, gennaio 2013 )
Io credo che la letteratura, oggi più di ieri, debba tendere a rispecchiare la realtà della vita, ad essere il riflesso della società in cui viviamo, delle sue contraddizioni, della complessità esistenziale.
E sono anche convinto che un autore, oggi, debba proiettare nell’opera da lui creata il “senso etico”, la propensione critica costruttiva, l’anelito al miglioramento della vita degli uomini.
Viviamo in anni di deriva morale, di modelli sempre più omologanti, di egoismi, profitti, solitudini, disperazione, disumanizzazione, deliri perniciosi di massa.
Lo scrittore ha il dovere di ri-disegnare il filo che conduce alla liberazione dell’uomo, la traccia che riporta questi all’elevazione morale, la linea retta della “qualità umana”.
Il romanzo che lo scrittore Giuseppe Almoto offre oggi ai lettori (“Il viaggio”, editore Armando Siciliano) tende in modo non didascalico verso tale giusto indirizzo, rivelando – con adesione critica alla realtà e rigorosa tensione civile – una peculiare ed etica bellezza.
Vincenzo Cutolo